Linkedin ha una voce

anche in silenzio comunica

Linkedin ha una voce e si sente forte e chiara e, se su questo canale ci sei ma non c'è traccia della tua presenza, anche il tuo silenzio comunica.

Prendo ispirazione dal talk al Freelancecamp dell'amica Roberta Zantedeschi per sottolineare un concetto che per tanti risulta ancora poco chiaro "non  si può non comunicare".

Se si apre un profilo o una pagina su Linkedin e si usano solo per (cito le risposte più comuni di chi ha il canale ma non lo usa):

·       avere una vetrina

·       leggere cosa condividono gli altri

·       spiare la concorrenza

·       non so perché ci sono

stai comunicando che non hai niente da dire, non hai problemi che puoi risolvere , non vuoi svelare realmente chi sei e cosa fai, quindi perché ci si dovrebbe fidare di te?

Tutto di te comunica. Parole, immagini, video e, sfortunatamente, anche i silenzi.

L'insieme dei messaggi che condividi (o che non condividi) costruiscono, agli occhi di chi ti cerca in rete o ti trova grazie a contatti comuni, l'immagine che tu hai deciso di far arrivare, ecco perchè è importante prenderne in mano la gestione. L'alternativa è che la rete la gestisca per te.

In che senso?

Facciamo due esempi:

1) Ricerca di un'azienda tramite motore di ricerca. Inserendo il nome della tua azienda sul motore di ricerca verranno restituiti dei risultati che dipendono dalla tua presenza online:

1.     Sito Web

2.     Social Network

3.     Articoli del blog

4.     Comunicati stampa

5.     Citazioni di terzi

Mi soffermo particolarmente su quest'ultimo punto perché è l'unico che potrebbe non dipendere direttamente da te, in quanto la tua azienda potrebbe essere stata citata da un utente sconosciuto, da un post di un tuo cliente, da una recensione o simili.

Ho scritto che "potrebbe non dipendere direttamente da te" perché è un contenuto fornito da altri di cui tu subisci la divulgazione mediatica e su cui potresti intervenire commentando e rispondendo in modo educato e restituendo informazioni utili.

Riguardo i punti da 1 a 4, per permettere al tuo utente di farti trovare come tu ti vuoi, è bene che vi sia una gestione diretta di tutti i canali e strumenti di comunicazione a tua disposizione.

In questo articolo ti parlerò principalmente di Linkedin perché è uno dei social network che ritengo più validi per il mondo del business considerando che permette di fruire di contenuti autorevoli, diffonde informazioni spesso utili per migliorare il proprio lavoro e, essendo meno carico di post sponsorizzati (il costo delle sponsorizzazioni è molto più elevato rispetto a Facebook e Instagram), non sommerge l'utente di pubblicità, preferendo così la creazione di relazioni tra utenti.

Passiamo al secondo esempio.

2) Ricerca di un privato tramite motore di ricerca. In questo caso basterà inserire nome e cognome, ed eventualmente l'azienda per cui lavora, per arrivare abbastanza facilmente a rintracciare l'utente ricercato.

Spesso Linkedin è uno dei primi risultati ad apparire, perché le sue informazioni sono pertinenti con la ricerca fatta (Nome e cognome e azienda per cui si lavora sono, di solito, i dati che si trovano sul profilo di Linkedin) e quindi l'algoritmo lo riterrà perfetto per fornirti l'informazione che stavi cercando. Ti  ricordo che l'algoritmo dei motori di ricerca ha come unico obiettivo quello di restituire le pagine che meglio rispondono a quello che è stato cercato dagli utenti, in modo da rendere l'esperienza sempre più utile ed efficace.

La tua professionalità quindi dipende anche da quello che si trova in questi risultati. 

Se hai deciso di cambiare lavoro e hai iniziato ad inoltrare candidature ai vari annunci di lavoro, è possibile che i recruiter cerchino maggiori informazioni nel web e spesso lo fanno:

·       su Linkedin

·       su Google

·       in altri social

ora fai una prova, vai su Google, apri la navigazione in incognito (questo per visualizzare il risultato di una ricerca indipendente dalle tue preferenze) e scrivi il tuo nome e cognome osservando quali risultati ti restiutuisce. Lo stesso giochino lo puoi fare con il brand della tua azienda.

E' quello che vuoi che i tuoi utenti trovino? 

Se la risposta è sì, stai lavorando bene sul Personal Branding. 

Se la risposta è no, bisogna intervenire e, se vuoi possiamo parlarne.

Nel mio caso ti svelo che una mia omonima mi fa una concorrenza spietata (scherzo ovviamente ma abbiamo lo stesso nome e cognome quindi questa è la nostra parola chiave per eccellenza) perché il suo lavoro è di grande utilità sociale (è un medico) ma, fortunatamente essendo parte di due mondi molto distanti, oltre che essere geolocalizzate in regioni diverse, non mi preoccupano i risultati.

Dalla mia parte ho sotto controllo:

1.     - Google My Business 

2.     - Linkedin

3.     - Sito web

4.     - Articoli che scrivo per altri blog

5.     - Podcast

Con questi 5 strumenti veicolo la mia professionalità verso quello che mi interessa venga detto di me.

In questo modo, anche il passaparola, attivato dalle recensioni di Google e le referenze su Linkedin, mi permette di poter monitorare la reputazione oltre che il personal branding. 

Di Reputazione VS Personal branding ne ho parlato anche su Instagram in relazione della gestione della presenza online in fase di ricerca di un nuovo impiego e sicuramente può esserti utile prima di impostare la tua strategia Linkedin.

Ecco che quindi ogni sezione del tuo profilo personale o della tua pagina aziendale diventano indispensabili per tracciare la rotta nel percorso che il tuo utente target fa (cliente o recruiter) per trovarti.

Immaginalo su una nave, quello che comunichi gli indica la direzione e certamente le primissime informazioni che troverà saranno quelle più importanti.

Dopo le foto, il sommario e la descrizione, che devono già dare tutte le parole chiave necessarie a rintracciarti, sarà la capacità di relazionarti a dare vita alla vera fase di Personal Branding. 

Dicevamo che Linkedin ha una voce e quella voce è la tua.

Commenti, reazioni, post nativi o ricondivisioni (queste ultime meno indicizzate dall'algoritmo) costruiscono, mattoncino dopo mattoncino, l'immagine che vuoi dare di te. Stai gestendo la comunicazione che ti riguarda in prima persona. Ricorda però che non significa essere costantemente autoreferenziali.

Quello che dici deve essere utile e interessante.

Il tuo punto di vista, un feedback, un breve tutorial o anche fare domande per chiedere opinioni o consigli. Tutto questo diventa parte dei te e ti permette di creare le relazioni giuste per raggiungere l'obiettivo che ti sarai prefissat* (cambio lavoro, nuovi clienti, contatti utili, etc).

Penso di averti dato tutti gli elementi per convincerti che avere in mano la gestione della tua presenza digitale è fondamentale per evitare che la gestisca qualcun altro al posto tuo.

Ragionare sulla voce di Linkedin ti permette di capire fin dove può essere sentita e quale potenza di ritorno ha sull'immagine che vuoi dare di te e della tua professione.

Ora devi solo partire! Senza paura, una sezione alla volta.
Inizia a fare rumore su quel social che tanti pensano sia "per pochi".

Forse è vero, è per pochi, ma tra quei pochi ci puoi essere anche tu.