La comunicazione

Storia di uno strumento dato per scontato

La comunicazione dovrebbe essere la base portante di ogni rapporto, privato o di business. Parlando di struttura aziendale si dovrebbe partire dai canali interni ovvero i rapporti con dipendenti e manager, per poi arrivare alla gestione dei fornitori e, ovviamente, a tutti gli strumenti che mettono in connessione con il cliente o prospect.

Sembra così scontato, vero? E forse è talmente scontato che la comunicazione aziendale è stata archiviata all'ultimo posto delle priorità da gestire.

Si pensa, erroneamente, che a comunicare sia solo il sito web o i social network, che certamente sono strumenti da tenere costantemente monitorati, aggiornati e seguiti da professionisti del settore per evitare che vengano impropriamente lasciati al caso, ma non sono gli unici mezzi a disposizione dell'azienda per avviare una conversazione proficua e profittevole.

Conversare. Questo è esattamente il termine che mi piace utilizzare per immaginare un'azienda che parla con tutti i suoi interlocutori ovvero:

  • Dipendenti

  • Partner

  • Fornitori

  • Clienti potenziali

  • Clienti acquisiti

  • Ambassador

E' veramente vasto il target comunicativo con cui si rapporta, eppure nessuno di loro va trascurato perché è strategicamente importante e fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di business. 

Se pensiamo alla sola comunicazione interna e ai benefici che si possono trarre dal semplice ascolto dei bisogni del proprio personale, ci rendiamo presto conto che da questa operazione è possibile:

- contrastare la frustrazione del dipendente che non si sente coinvolto

- motivare e coinvolgere

- far emergere i talenti nascosti

- risolvere problemi di cui ignoravamo l'esistenza


Comunicare vuol dire dare valore ad ogni singolo essere umano che contribuisce a rendere l'azienda una struttura solida, sicura e performante.

Tutto questo importante processo di ricostruzione interna e di organizzazione basata sull'ascolto, va poi raccontato. Condiviso. Veicolato verso l'esterno.

Come? Con lo Storytelling.

Il potenziale cliente ha più curiosità di quella che si possa immaginare. Non vuole essere investito da un'offerta commerciale o da un messaggio propagandistico. Vuole sapere cosa c'è dietro all'immagine dell'azienda da cui dovrà (forse) fare un acquisto.

E' interessato a sapere che i dipendenti vengono formati, ascoltati, coinvolti.

Vuole sentire la voce di chi il prodotto o servizio lo ha già acquistato e sapere come si è trovato (recensioni).

Vuole scoprire se è tutto vero.

E poi, quando avrà vissuto in prima persona l'esperienza offerta dall'acquisto, sarà felice di comunicarlo ad altri e diventare lui stesso Ambassador perché il suo valore crescerà proporzionalmente a quello dell'azienda con cui collabora.

Anche nel mondo degli Influencer c'è un'attenzione sempre più accentuata a come i Brand comunicano e di come questi ultimi si espongano positivamente o negativamente in merito a questioni legate alla sostenibilità, al ruolo della donna o altre tematiche di cui vi parlerò nei prossimi articoli del blog e dai cui potrete trarre spunto per nuove iniziative di comunicazione e marketing.

Ora è importante fare un'analisi di come realmente stai comunicando. Valutarne l'efficacia e far emergere punti di forza e debolezza del tuo piano di comunicazione interno ed esterno. Non è mai troppo tardi per iniziare a fare bene, per iniziare ad ascoltare e comprendere le esigenze di chi ha scelto di lavorare con te e la tua azienda, ma anche con chi ancora non sa quante opportunità avrà nell'incontrarti.

Se hai bisogno di un aiuto e vuoi realizzare l'analisi della tua comunicazione, non devi preoccuparti, è possibile con una semplice intervista e un lavoro sui risultati forniti dagli strumenti che stai già utilizzando. Non devi farlo da solo, i dati non basta averli bisogna anche saperli leggere e tradurre in azioni concrete e per questo mi trovi qui!